(Famoso letterato, critico e uomo di stalo, 1817–1883)
De Sanctis, oltre che famoso letterato e famoso distratto, era anche un famoso giocatore di scacchi.
Una sera, trovandosi ad un ricevimento in casa di una fa-miglia amica, incominciò una partita assai interessante con un altro giocatore della sua forza. Proprio quando il gioco era al punto culminante, la padrona di casa gli si avvicínò e gli porse una tazzina, dicendo:
— Ecco il Suo tè.
De Sanctis, senza alzar gli occhi dalla scacchiera, si frugò in tasca, prese una lira e la guittò sul vassoio, esclamando:
— Il resto è per voi! Chi comanda?
Ho domandato a una bambina:
— Chi comanda in casa?
Sta zitta e mi guarda.
— Su, chi comanda da voi: il babbo о la mamma? La bambina mi guarda e non risponde.
— Dunque me lo dici? Dimmi, chi è il padrone? Di nuovo mi guarda perplessa.
— Non sai cosa vuol dire comandare?
Sí che lo sa.
— E allora?
Mi guarda e tace. Mi debbo arrabbiare? О forse è muta, la poverina. Ora poi scappa di corsa fino in cima al prato. E di lassú si volta a mostrarmi la lingua e mi grida ridendo:
— Non comanda nessuno, perché ci vogliamo bene!
Gianni Rodari, Come càpitano gli sbagli